Skip to main content

Denti del giudizio: tutto quello che c’è da sapere

I denti del giudizio sono gli ultimi molari di entrambe le arcate: si tratta di quattro denti, detti anche ottavi, collocati in fondo alla bocca. Vengono chiamati così perché sono gli ultimi a spuntare: compaiono normalmente tra i 18 e i 25 anni. Tuttavia non sempre fanno la loro comparsa: in alcuni casi rimangono inglobati nell’osso e nella gengiva, senza necessariamente causare problemi.

I denti del giudizio sono assolutamente inutili: allora perché li abbiamo? Semplicemente sono un “ricordo” dell’evoluzione umana. I nostri progenitori avevano infatti mascelle e mandibole più grandi in cui questi denti avevano un ruolo ai fini della masticazione. Oggi, con bocche più piccole e un’alimentazione onnivora, sono superflui e spesso non trovano nemmeno spazio per spuntare. In questi casi si parla di dente del giudizio incluso: in pratica il dente resta incastrato nell’osso, non è visibile ma a lungo andare può dar luogo a cisti e a rischio di infezioni.

Dente del giudizio: sintomi

Se è vero che in molti casi questi denti sono perfettamente allineati e non creano disturbi di alcun tipo, in molte circostanze come quelle citate possono causare problemi che ne richiedono l’estrazione. Quando al momento dell’eruzione il paziente avverte dolore, è necessario ricorrere alla visita odontoiatrica: può essere la spia di diverse condizioni potenzialmente pericolose come infiammazioni, infezioni, crescita anomala e altro ancora.

Dente del giudizio: gonfiore

Lo sviluppo incompleto di uno o più denti del giudizio può causare infiammazione e quindi mal di denti. Un tipo particolare di infiammazione alla gengiva prodotto dal dente del giudizio è la pericoronite. Con questo termine si indica un’infiammazione acuta della gengiva attorno a un dente in fase di eruzione, e nella maggioranza dei casi riguarda proprio i denti del giudizio. In questi casi la gengiva è dolente, gonfia e appare arrossata. La sensazione tende a estendersi a tutto il lato della bocca irradiandosi a orecchio e collo, specie durante la masticazione. La causa è da ricercarsi proprio nel poco spazio utile all’eruzione del dente che resta così intrappolato sotto la gengiva.

Ascesso dente del giudizio

Inoltre anche quando il dente emerge parzialmente si possono raccogliere batteri e frammenti di cibo che, vista la posizione, sono difficili da rimuovere con una normale igiene orale. Così però si possono manifestare facilmente infezioni, ascessi e granulomi con dolore, difficoltà nella masticazione e nei movimenti di apertura della bocca. La presenza di un ascesso e, quindi, di pus può inoltre causare alitosi.

In presenza di queste condizioni l’odontoiatra può prescrivere, in fase acuta, antinfiammatori e antibiotici, accanto a corrette manovre di igiene orale. Quando però il dente è compromesso e la situazione è più seria, l’unica soluzione è l’estrazione del dente del giudizio. Sempre a causa della difficoltà a mantenere una corretta igiene dei denti del giudizio, questi possono essere colpiti anche da carie e pulpiti: in questi casi gli interventi conservativi sono inutili, ed è quindi sempre necessaria l’estrazione.

Dente del giudizio storto

La situazione è ancora peggiore quando il dente del giudizio cresce in modo anomalo, il che aumenta il rischio di infezioni, carie, gengiviti, pulpiti e ascessi. Un caso è quello del dente del giudizio orizzontale: quando, per mancanza di spazio, il dente cresce in orizzontale esercita pressione contro gli altri molari dando luogo a dolore e ristagno di residui batterici. Anche in questo caso occorre una rapida estrazione del dente.

Dente del giudizio che tocca il nervo: sintomi

Questi denti si trovano in una posizione prossima al nervo alveolare. Un dente del giudizio che tocca il nervo, specie se incluso o infiammato, può dar luogo ad alcuni sintomi specifici tra cui la parestesia, cioè un’alterazione della sensibilità della bocca. Il paziente può avvertire un formicolio alle labbra o una perdita di sensibilità al labbro inferiore, o ancora a sensazione di bruciore e la percezione che le labbra siano “addormentate”. Qualora sia necessario estrarre il dente, è chiaro che la sua prossimità al nervo rappresenta una criticità: occorre infatti, nel corso della procedura, evitare di lesionarlo causando una perdita di sensibilità irreparabile.

Estrazione dente del giudizio

In linea generale l’estrazione di un dente del giudizio può fare uso della stessa tecnica adottata per altri denti: l’odontoiatra impiega una pinza e imprime movimenti laterali per mobilitare il dente e quindi estrarlo. Tuttavia il dente del giudizio viene estratto quando colpito da infezioni, ascessi o quando cresce in modo anomalo: in questi casi tale manovra può provocare una frattura del dente che allunga i tempi, dal momento che è poi necessario rimuovere i frammenti. Se è vero che grazie all’anestesia non fa male togliere il dente del giudizio, la procedura rimane particolarmente complessa vista anche la posizione scomoda dei denti del giudizio.

Ma non è tutto: la prossimità del nervo rende la procedura in alcuni casi così complessa da dover essere eseguita in un contesto operatorio. Per questo prima di iniziare occorrono diversi accertamenti: prima di tutto una ortopantomografia (cioè la “panoramica”, ovvero una radiografia di entrambe le arcate) e talvolta achee una tac dentale: sono indagini fondamentali per studiare il rapporto tra dente da estrarre e nervo. Le tempistiche sono diverse: da pochi minuti per un’estrazione semplice fino ad alcune ore nei casi più complessi.

Contatta lo studio dentistico ADC Dental Center per avere maggiori informazioni e richiedi una visita di controllo.

 

Hai bisogno di noi?

Da più di 30 anni lavoriamo con passione per restituire il sorriso ai nostri pazienti. Compilando questo form di contatto verrai richiamato da un nostro operatore specializzato che in tempi brevi gestirà la tua richiesta.

    I dati personali conferiti nel presente modulo verranno trattati nel rispetto di quanto indicato all'interno dell'informativa per il trattamento dei dati personali ai sensi del regolamento 679/2016 e del D.Lgs 101/2018.