- Luglio 7, 2021
- Elio Marino
Digrignare i denti: le cause e cosa fare in caso di bruxismo
Digrignare i denti (patologia conosciuta anche come “bruxismo”) è un fenomeno che consiste nello stringere i denti come conseguenza di una contrazione dei muscoli della masticazione. Questo movimento, involontario, produce uno sfregamento delle due arcate dentali, una contro l’altra.
Si tratta di un disturbo molto diffuso: si stima che ne soffra circa il 10 per cento della popolazione.

- stress e ansia;
- disturbi del sonno;
- malocclusioni, ovvero una chiusura anomala della bocca legata a un non corretto allineamento delle due arcate dentarie;
- malformazioni della mandibola;
- malattie neurodegenerative che impediscono un corretto controllo della muscolatura;
- uso di sostanze e abuso di alcol;
- familiarità;
- il bruxismo nei bambini può essere legato alla presenza di otiti o di mal di denti che possono spingerli a questi movimenti mandibolari nel tentativo di ridurre il dolore.
Stringere i denti di notte: perché?
Spesso si ritiene che tendiamo a digrignare i denti nel sonno: il bruxismo avviene sicuramente più spesso durante la notte, tuttavia il disturbo può presentarsi anche da svegli. In entrambi i casi la tendenza a stridere i denti e a sfregarli può durare anche solo pochi istanti, tuttavia ciò avviene molto frequentemente causando problemi alla bocca e non solo.
In alcuni casi inoltre il bruxismo si può presentare anche come serramento dentale statico, ovvero i soggetti mantengono i denti stretti senza alcun digrignamento ma con conseguenze analoghe: ciò avviene per una difficoltà a mantenere i muscoli masticatori in una postura rilassata.
Quali sono i sintomi del bruxismo
Come detto, il bruxismo può causare conseguenze diverse, alla bocca e all’intero organismo. Nel primo caso citiamo gli inevitabili danni ai denti: lo sfregamento può danneggiare e assottigliare lo smalto arrivando addirittura a esporre la dentina causando ipersensibilità.
Non solo: il bruxismo può causare mobilità dentale, scheggiature ai denti, incrinature e danni a eventuali interventi odontoiatrici precedenti come rottura di faccette e otturazioni.

- dolore ai muscoli alla mandibola, specie alla masticazione;
- difficoltà ad aprire la bocca;
- secchezza della fauci;
- difficoltà a deglutire.
- mal di testa, specie al risveglio;
- dolore alle orecchie;
- dolore alla cervicale;
- vertigini;
- mal di schiena;
- disturbi del sonno.
La diagnosi di bruxismo
Diagnosticare il bruxismo è abbastanza semplice, per un dentista: spesso è sufficiente l’osservazione dei denti che presentano sempre danni ancorché lievi. Inoltre alcuni semplici test di mobilità mandibolare insieme alla raccolta di alcune informazioni sul paziente possono confermare la diagnosi. In alcuni casi sono utili un’ortopantomografia (cioè la “panoramica”) per evidenziare una malocclusione ed eventualmente una polisonnografia per verificare le conseguenze sulle fasi del sonno di questo disturbo.
I rimedi per non digrignare i denti
Il più semplice ed efficace strumento contro il bruxismo è il bite, un paradenti realizzato in materiale plastico sul calco delle arcate del paziente che viene indossato di notte. Ovviamente anche terapie che prevengano le cause scatenanti, in particolare lo stress, hanno efficacia: tecniche di rilassamento sono ad esempio sempre utili. In caso di malocclusione sarà invece sempre necessario curare questa condizione, così da evitare di digrignare i denti. Quando il bruxismo ha già causato danni ai denti, saranno naturalmente necessarie cure odontoiatriche conservative.
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